Hamas ha lanciato un attacco senza precedenti contro Israele, dai migliaia di tunnels e bunker presenti a Gaza, lanciando migliaia di razzi e inviando i suoi combattenti nella parte meridionale del Paese. In risposta, Israele ha dichiarato guerra ad Hamas e ha iniziato la rappresaglia. L’escalation del conflitto ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti da entrambe le parti. Oltre agli attori sponsorizzati dallo Stato, che probabilmente hanno intensificato i loro sforzi informatici dietro le quinte, i gruppi di hacktivisti noti che sostengono entrambe le parti hanno intensificato i loro attacchi informatici.
Secondo una timeline creata da Julian Botham, consulente di cybersecurity e appassionato di OSINT, i primi attacchi hacktivisti sono stati lanciati contro Israele da “Anonymous Sudan” e “Killnet”, entrambi legati alla Russia e hanno lanciato attacchi contro i siti web del governo israeliano, meno di un’ora dopo il lancio dei primi razzi da parte di Hamas. Il gruppo ha preso di mira i sistemi di allarme di emergenza, affermando di aver disattivato le applicazioni di allarme in Israele.
Un gruppo pro-Hamas chiamato “Cyber Av3ngers” ha preso di mira l’Israel Independent System Operator (Noga), un’organizzazione di rete elettrica, sostenendo di averne compromesso la rete e chiuso il sito web. Il gruppo ha preso di mira anche la Israel Electric Corporation, il più grande fornitore di energia elettrica in Israele e nei territori palestinesi, nonché una centrale elettrica.
Gruppi di hacker palestinesi come “Ghosts of Palestine” e “Fantasmi libici” hanno invitato hacker di tutto il mondo ad attaccare le infrastrutture in Israele e negli Stati Uniti, infatti in un rapporto recentemente pubblicato, Microsoft ha dichiarato di aver registrato un’ondata di attività da parte di un gruppo con base a Gaza, denominato “Storm-1133”, che ha preso di mira organizzazioni israeliane nei settori della difesa, dell’energia e delle telecomunicazioni e si ritiene che il gruppo “lavori per favorire gli interessi di Hamas”.
Sembra proprio che nella maggior parte dei casi, questi hacktivisti abbiano utilizzato attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) per causare disagi.